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Racconterò a puntate alcuni momenti della vita di Pasquale Moscarelli per riflettere sulle vicende che hanno riguardato la comunità titese e lucana e sul significato di un'esistenza spesa a servizio della collettività
Il prossimo 13 settembre festeggeremo a Tito i cento anni di Pasquale Moscarelli, un agricoltore che è stato per un lungo periodo dirigente del Pci e dell’Alleanza dei Contadini.
Antifascista sin da ragazzo, Moscarelli si è avvicinato all’attività politica a metà degli anni Cinquanta nel vivo delle lotte politiche e sociali che caratterizzavano la Basilicata del tempo. È stato un capocontadino amato e rispettato, che organizzava le lotte per la riforma dei contratti agrari e per migliorare le condizioni di vita nelle campagne del Potentino. Consigliere comunale di Tito dal 1975 al 1985, ha svolto un ruolo di primo piano in un periodo di convulsi cambiamenti con piglio riformista e un approccio anticonformista da apparire quasi un “eretico”.
Nella sua figura umana e politica è evidente quel tratto tipico della cultura contadina, che vede esaltare la coscienza individuale, il bisogno profondo di autonomia della persona umana, l’agire responsabile del singolo nel contesto sociale; valori antichi che stentano ancora a vivificare e arricchire la modernità e che hanno cozzato per lungo tempo e vivacemente con impostazioni centralistiche, gerarchiche e collettivistiche, prevalenti nella cultura della sinistra.
In attesa dell’evento, racconterò a puntate alcuni momenti della sua vita per riflettere sulle vicende che hanno riguardato la comunità titese e lucana e sul significato di un’esistenza spesa a servizio della collettività.
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