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Lascia un vuoto incolmabile nella schiera, sempre più esile, dei cultori di quella particolare visione dello sviluppo della società che mette al centro le persone e le loro relazioni. Bisognerà studiare e approfondire i contributi di idee e i risultati delle ricerche sul campo che egli ci lascia e trasmetterli alle nuove generazioni di studiosi e operatori sociali
Ieri, all’età di 78 anni, è venuto a mancare Alberto Valentini, personalità di spicco del cattolicesimo democratico, studioso insigne di problemi economici e sociali e costruttore infaticabile di iniziative di sviluppo locale e di promozione della piccola e media impresa.
Sono particolarmente addolorato perché ho avuto il privilegio di essergli amico e di collaborare con lui in diverse iniziative di studio. Mi hanno sempre colpito il suo rigore intellettuale, l’approccio concreto ai problemi, la sua attitudine all’ascolto e al confronto pacato e la non comune sensibilità umana con cui si relazionava con gli altri. Ricordo con commozione i numerosi incontri di approfondimento sulle tematiche del welfare di comunità, a cui partecipavamo con appassionata assiduità presso la Fondazione Labos convocati dal comune amico Claudio Calvaruso, e la premurosa sollecitudine con cui volle promuovere, in diverse iniziative in giro per l’Italia, un mio libro che gli era piaciuto.
Ultimamente eravamo entrambi impegnati nel Comitato scientifico del Forum Terzo Settore Lazio, che egli presiedeva da cinque anni con cura, passione e competenza. Tra le sue ultime realizzazioni, mi piace ricordare il percorso di riflessione, che, a seguito dello scandalo di Mafia capitale, il Comitato ha offerto al Forum, e l’elaborazione di una Carta dei Valori, successivamente condivisa dalle organizzazioni del Terzo Settore.
Alberto coordinava anche la rete dei “Comitati per l’imprenditorialità sociale e il microcredito”, come apporto scientifico al programma per lo start up di imprese sociali di Unioncamere, nel cui sistema aveva svolto diversi incarichi di responsabilità, dapprima in qualità di Vice Segretario e, successivamente, in numerose attività di ricerca e formazione.
Laureatosi in Economia e Commercio nel 1961 presso l’Università di Bologna, Alberto Valentini è stato ricercatore della Svimez. In tale veste ha partecipato ai primi studi per la Programmazione economica con Pasquale Saraceno e al Progetto Regionale Mediterraneo dell’OCSE. Nel 1964 è stato tra i fondatori del Censis, ricoprendo la responsabilità della Sezione “Sviluppo e processi formativi”. Inoltre, ha svolto la libera docenza di Statistica sociale presso l’Università La Sapienza.
Chiamato nel 1967 a svolgere la funzione di Direttore Generale dell’Enaip, è stato Segretario Nazionale delle Acli.
Componente del Comitato scientifico dell’Associazione italiana per la promozione della cultura e della cooperazione e del non profit, presieduto da Stefano Zamagni, ha svolto la funzione di consigliere d’amministrazione dell’Istituto per l’Ambiente, presieduto da Adolfo Beria d’Argentine, nonché dell’Agenzia per la promozione dell’innovazione tecnologica, presieduta da Gian Maria Gros Pietro.
Autore di numerosi lavori di carattere scientifico in materia di sviluppo economico e di problemi educativi e formativi, ha pubblicato nel 2011 “Maremma Globale. Un progetto territoriale di sviluppo locale” con la prefazione di Giuseppe De Rita.
La morte di Alberto Valentini lascia un vuoto incolmabile nella schiera, sempre più esile, dei cultori di quella particolare visione dello sviluppo della società che mette al centro le persone e le loro relazioni. Bisognerà ora studiare e approfondire attentamente i contributi di idee e i risultati delle ricerche sul campo che egli ci lascia e trasmetterli alle nuove generazioni di studiosi e di operatori sociali.
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