Il dolore per la scomparsa di Tullio De Mauro
Autore : Alfonso Pascale
Pubblicato il : 05-01-2017
Colse con inusitata sensibilità gli aspetti più innovativi della ruralità contemporanea promuovendo nel 1999 il progetto della CIA "Scuola in Fattoria"
Con la scomparsa di Tullio De Mauro è in lutto anche il mondo dell’agricoltura. Ricordo con commozione quando andammo a trovarlo, Pina Eramo ed io, nella sua casa di via Garigliano a Parioli, per illustrargli il progetto “Scuola in Fattoria”. Era un pomeriggio di settembre del 1999. Pina era la responsabile del progetto ed io svolgevo, all’epoca, la funzione di vice presidente della Confederazione Italiana Agricoltori. Il professore ci accolse con amorevolezza e ascoltò con grande interesse la nostra idea. Con semplicità e naturalezza aderì immediatamente alla nostra richiesta di essere testimonial dell’iniziativa. Ci fece notare come, in diversi Paesi del mondo, “lo sviluppo dei modi di produzione e degli assetti sociali e lo sviluppo dei saperi e delle tecnologie” stessero “inducendo a ripensare profondamente contenuti, metodi e strutture dei sistemi formativi”. E aggiunse che in Italia, avevamo anche un obbligo formale che spingeva in tale direzione. Si riferiva alla legge di riordino di tutti i cicli scolastici. Ci guardò negli occhi e concluse: “Il vostro progetto può essere qualcosa di più di una pur pregevole integrazione collaterale della formazione; può restituirci un rapporto vitale con le cose, l’ambiente naturale, il fare, che la vita urbanizzata e digitalizzata rischiano di compromettere in tutti i Paesi di più alto sviluppo tecnologico”. E per essere più chiaro ci raccontò un aneddoto. Era appena tornato dalla Sicilia, dove aveva trascorso le vacanze estive. Ospite di un amico agricoltore, lo aveva colpito il comportamento di una bambina cresciuta in città e alla sua prima esperienza in campagna: “Aveva staccato da un albero una mela e, dopo un paio di morsi, tentò più volte di riattaccarla al ramo così come si fa quando si vuole rimettere al suo posto un libro nello scaffale”.
Nella primavera del 2000, De Mauro entrò nel secondo governo Amato per assumere la guida del ministero della Pubblica Istruzione. Con l’aiuto della mia amica Lucia Corbo, che collaborava nella segreteria tecnica del dicastero di viale Trastevere, il 6 febbraio 2001 giungemmo alla firma di un protocollo d’intesa tra il ministero della Pubblica Istruzione e la Confederazione italiana agricoltori, all’epoca presieduta da Massimo Pacetti. Ma ormai eravamo già in clima elettorale e a giugno De Mauro avrebbe concluso il suo mandato.
Mi piace, in questo momento di dolore, ricordare la sensibilità che egli, con prontezza e disponibilità , manifestò per gli aspetti più profondamente antropologici dell’agricoltura. Solo un uomo di grande e raffinata cultura poteva coglierne l’importanza.