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Lo vorrei dire senza giri di parole: l’Italia promuova una coalizione di Paesi europei disposti ad uscire dai Trattati per dar vita ad un attore politico e militare sovranazionale. Sergio Fabbrini ha definito una siffatta coalizione “gruppo di capaci e volenterosi”. In altre parole, un gruppo di Paesi che s’incarichi di neutralizzare due minacce esistenziali per l’Unione: la prima è il disordine internazionale che tende a istituzionalizzarsi e a rendere del tutto irrilevante l’UE; l’altra è l’aggravamento delle condizioni economiche che Draghi ha diagnosticato, prescrivendo anche la cura con il suo Piano.
Non c’è tempo da perdere in chiacchiere: tale obiettivo si realizza o nell’anno che sta per iniziare o mai più.
Cosa significa un aut aut così drammatico per la politica italiana?
Anche questo lo vorrei dire senza girarci intorno, evitando così equivoci e incomprensioni: un gruppo di leader di maggioranza e di opposizione s’incarichi di predisporre le condizioni perché l’Italia possa svolgere un ruolo protagonista nella realizzazione di tale disegno.
Dal 1° gennaio al 31 luglio 2025, la presidenza del Consiglio della UE sarà esercitata dalla Polonia. Sarà il popolare Tusk a svolgere tale funzione e potrebbe cogliere l’opportunità di collaborare, per realizzare il progetto che si propone, con il socialista Costa. Due europeisti che potrebbero guidare tale processo.
Non è fantapolitica pensare che nel nostro Paese un gruppo di leader “capaci e volenterosi” decidano di deporre le armi e unirsi per salvare l’UE e, con essa, l’Italia. Una tregua che duri il tempo necessario per realizzare un obiettivo che cambierebbe radicalmente il quadro politico internazionale. E solo quando quel traguardo sarà raggiunto ciascuno torni a giocare le sue carte. E si lasci poi agli elettori la facoltà di premiare o punire chi avrà contribuito o meno alla causa comune.
Nel frattempo, il clima collaborativo potrebbe agevolare l’intesa per realizzare le necessarie riforme istituzionali, compreso il sistema elettorale.
Le democrazie si difendono e si rafforzano affrontando di petto le crisi e non girandoci intorno con la vuota retorica.