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Grandi aziende come Maccarese, Beretta, Bellavista cambiano maglietta e passano alla Coldiretti. Come questo si concili con la retorica del “chilometro zero” e della “campagna amica” è uno dei recenti grandi misteri d'Italia che finora nessuno ha tentato di smascherare
Mentre con grande enfasi e senza alcun filtro dettato dal buon senso passano, su molti quotidiani, le bufale sulle abitudini alimentari degli italiani, sfornate da Coldiretti e Roberto Weber, tra i fondatori di SWG nei primi anni Ottanta e oggi a capo di Ixè, una piccola agenzia di sondaggi, si tace sulla campagna acquisti di questa organizzazione.
Hanno, infatti, aderito in questi giorni alla Coldiretti: l’azienda Maccarese di proprietà della famiglia Benetton, 3.200 ettari pianeggianti che una volta apparteneva all’IRI e che oggi produce principalmente latte e carne bovina; il salumificio dei fratelli Beretta e Bellavista di Vittorio Moretti che è il più grande produttore di bollicine Franciacorta. Tutt’e tre queste aziende hanno lasciato Confagricoltura per passare a Coldiretti.
Di un analogo cambio di casacca si fece protagonista, qualche anno fa, Paolo Scarpa Bonazza Buora, titolare di grandi aziende di famiglia nel Veneziano per oltre mille ettari ed ex sottosegretario al ministero dell’Agricoltura. E così Federico Vecchioni, ex presidente nazionale di Confagricoltura: grazie alla tessera di Coldiretti ,fu accolto nel consiglio d’amministrazione di Consorzi Agrari d’Italia per guidare la cordata che ha acquistato Bonifiche Ferraresi da Bankitalia. Si tratta della più grande azienda agricola italiana, con 5.400 ettari, ora amministrata appunto da Vecchioni.
Quale può essere il senso di questa nuova campagna acquisti? Forse si sta preparando una cordata tra i grandi produttori di carni per altre grandi privatizzazioni di terreni pubblici all’insaputa di tutti? Staremo a vedere.
Nulla di male che la campagna “amici della Coldiretti” (negli anni Cinquanta e Sessanta, si chiamava così il gruppo parlamentare controllato da Paolo Bonomi) metta insieme questi nomi con quelli di Carlo Petrini e Gian Carlo Caselli. Sono fatti loro. Ma come tutto questo si tenga insieme con la retorica del “chilometro zero” e della “campagna amica” è uno dei recenti grandi misteri d’Italia che finora nessuno ha tentato di smascherare.