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La risurrezione di Gesù risponde al nostro bisogno di futuro, indicandoci qualcosa di concreto che avviene qui e adesso nella indistruttibilità dei gesti che noi compiamo; gesti di pace, di amore, di perdono, di amicizia, di onestà , di libertà responsabile. Quando noi compiamo gesti di dedizione, non facciamo altro che attuare la Pasqua di risurrezione
La Pasqua è una festa ebraica, la cui origine si perde nella notte dei tempi. Cade la prima domenica dopo la luna piena che segue l’equinozio di primavera. Inizialmente, era una festa di pastori per l’inizio della nuova stagione. Dopo la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù del faraone, avvenuta verso il 1800-1700 a. C., la Pasqua divenne l’occasione per celebrare quell’evento. Quasi duemila anni dopo, assume la sua natura di principale festa cristiana perché nella giornata precedente il plenilunio di primavera, Gesù Cristo, a Gerusalemme, viene ucciso sulla croce e, dopo tre giorni, risorge. Diviene così la ricorrenza della liberazione dalla morte, quindi della risurrezione. È il nucleo della fede cristiana. La Pasqua cristiana è la festa delle feste, e cristiano è colui che afferma: il Signore è veramente risorto.
Il cristianesimo non è, dunque, una dottrina. Esso nasce e si sviluppa da questa fondamentale proclamazione: Gesù Cristo crocifisso è veramente risorto. Il cristianesimo è l’annuncio di questo evento straordinario che rivela un’attesa costante e universale, scritta nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
La risurrezione di Gesù risponde alle intuizioni, alle speranze di un destino umano aperto al futuro, viene incontro al nostro desiderio che la posa di una pietra tombale non sia l’ultimo atto della nostra esistenza. Ma non semplicemente per rassicurarci che tutto continuerà dopo la fine del tempo. La risurrezione di Gesù risponde al nostro bisogno di futuro, indicandoci qualcosa di concreto che avviene qui e adesso nella indistruttibilità dei gesti che noi compiamo; gesti di pace, di amore, di perdono, di amicizia, di onestà , di libertà responsabile.
Quando noi compiamo gesti di dedizione, non facciamo altro che attuare la Pasqua di risurrezione. Per questo, auguro a tutti noi, credenti e non credenti, una buona Pasqua, cioè un’esistenza costellata di atti positivi, socialmente rasserenanti, di decisioni buone, eticamente rilevanti, di scelte definitive, responsabilmente lungimiranti, che ci permettano di interiorizzare l’eternità e appagare il nostro desiderio di futuro.